Fake Poster Movie

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The diary of Horace Wimp

100 x 150 cm, acrilico su carta

In predicato di essere l’ultimo esponente del porno soft d’autore hard, Ken Folle ha rilasciato una dichiarazione a dir poco inquietante alla narcolettica reporter di “Vanity Affair”, Laurie Bagnata. Sembra infatti che il promettente ottantaduenne regista californiano di origini altoatesine, abbandonerà il cinema per dedicarsi alla pittura (neo-materialista, la definisce lui), mostrando a una perplessa Laurie un’enorme tela (400×580) completamente rivestita di preservativi usati. Il resto è storia: lui ha sodomizzato lei (consenziente) sul bracciolo in finta pelle, e l’atto pelvico dell’arzillo ottuagenario sembra aver convinto la reporter a convolare a nozze con il buon Ken. In “The Diary”, già film culto nell’underground pechinese, Otello Strowberry veste per la diciottesima volta i panni di Horace Wimp, il predicatore televisivo affiliato alla setta satanica salutista newyorchese “Satan eats garlic”. In questo episodio, Wimp, coopta tre prostitute anoressiche per mettere in scena uno spettacolo off-broadway tratto dal suo best-seller “Il sesso spiegato ai carboidrati”. In molti hanno letto, tra le righe della trama, un risvolto profondamente autobiografico dello stesso Ken, che pure, c’ha tenuto a precisare, non mangia aglio da un po’. Tutto il resto invece sì, è vero, tanto da spingere l’autore a pronunciare la fatidica frase “Orace is me”. Della saga, “The Diary” costituisce senz’altro il vertice solipsistico, nonché autistico, di un autore che avrebbe avuto senz’altro ancora tanto da dire, ma, semplicemente, non ne ha più voglia, relegando se stesso in un mutismo assordante interrotto soltanto dagli spasmi frutto dell’atto copulativo con la suddetta Bagnata. Del resto è lo stesso Horace che in quest’ultimo episodio non pronuncia una sola parola (i maligni indicandone la causa reale nei vuoti di memoria di Otello Strawberry), cosa strana, si dirà, per un predicatore televisivo, ma assolutamente normale se si pensa che dietro la mdp (qui in costante movimento panoramico) c’è un Ken Folle che ha fatto voto di silenzio. Da qui la sospensione del giudizio che anche il critico preferisce mantenere, aspettando di vedere, una volta tanto, i risultati al botteghino. Se saranno buoni, basteranno a convincere il buon Ken ad abbandonare silenzio, Bagnata e neo-materialismo pittorico per tornare al cinema? Noi tutti, fan apodittici, ce lo auguriamo davvero.

 

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